L’osteocondrite disseccante

Eziopatogenesi

L’osteocondrite disseccante, è una necrosi di tipo parcellare a carico di una parte lenticolare della cartilagine articolare e della corrispondente spongiosa subcondrale dell’epifisi distale del femore, più frequentemente il condilo mediale, anche se più raramente, può essere osservata anche a livello rotuleo. Insorge in età giovanile, normalmente in soggetti robusti ed in ginocchia fortemente sollecitate. Il frammento osseo, colpito da fenomeni necrotici, si demarca in modo netto rispetto al restante tessuto cartilagineo, sino al punto di distaccarsi e cadere libero all’interno dell’articolazione a formare un cosiddetto “topo articolare”.

Clinica e diagnosi

La sintomatologia, soprattutto nella fase prodromica, è di tipo intermittente ed il dolore, normalmente, resta scarsamente focalizzato. Si può osservare idrarto recidivante ed ipotonotrofia del muscolo quadricipite. Una volta avvenuto il distacco del frammento cartilagineo, si possono verificare episodi di blocco articolare. Per una valutazione completa è necessario avvalersi di TC od RM.

Trattamento

Se non si è verificato distacco di corpi mobili all’interno dell’articolazione, è possibile tentare un approccio di tipo conservativo, mettendo l’arto in scarico ed utilizzando, per l’immobilizzazione, una ginocchiera. Durante il periodo d’immobilizzazione, occorre necessariamente monitorare con una certa frequenza, il fenomeno di rivascolarizzazione del frammento. Se si è già verificato il distacco, occorre intervenire artroscopicamente per la rimozione del frammento o oppure per tentare un suo riposizionamento in loco. Nel caso in cui il frammento non sia più vitale, occorre effettuare un intervento di correzione sul difetto osteocondrale.

Riabilitazione e ritorno dell’attività sportiva

Il periodo riabilitativo è piuttosto lungo, essendo compreso in un lasso di tempo che va dai tre ai sei-sette mesi.