La lesione del tendine del quadricipite femorale

Eziopatogenesi

Le lesioni del tendine del quadricipite femorale, comunque rare sono sostanzialmente appannaggio degli sport nei quali l’apparato estensore venga fortemente sollecitato attraverso contrazioni intense ed esplosive. Un tipico gesto sportivo che mette a rischio l’integrità del tendine del quadricipite è costituto dai lavori in accosciata totale che si effettuano reiteratamente in discipline come il sollevamento pesi (figura 15).

Clinica e diagnosi

Vi è insorgenza immediata di dolore seguito da impotenza funzionale. Il segno patognomonico principale è costituito dal fatto che l’estensione attiva del ginocchio risulta essere inferiore a quella passiva. In caso di lesione completa l’atleta non è in grado di caricare sul lato della lesione. Si registra inoltre emartro, tumefazione e depressione sovrarotulea apprezzabile alla palpazione. Radiograficamente, a testimonianza della rottura tendinea, è evidenziabile una posizione abbassata della rotula.

Trattamento

Per ciò che riguarda le lesioni di tipo parziale, il trattamento è, di massima, di tipo conservativo. Nei casi di rotture gravi, l’indicazione è invece chirurgica e prevede una sutura tendinea seguita da immobilizzazione in estensione per un periodo di quattro settimane, seguita da mobilizzazione protetta con ginocchiera articolare per altre due settimane. La restante parte del programma riabilitativo è incentrata sul potenziamento del quadricipite femorale.

Riabilitazione e ritorno dell’attività sportiva

I tempi per la ripresa della piena funzionalità, sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli indicati nel caso di rottura del tendine rotuleo, ossia di circa sei mesi.