La lesione del menisco mediale e laterale

Il menisco mediale ed il menisco laterale, anatomicamente, sono costituiti da due “cunei” cartilaginei a forma di C dislocati tra i condili femorali e la tibia. Il menisco mediale presenta una forma a C maggiormente accentuata rispetto al menisco laterale che, al contrario, risulta di aspetto più circolare. Le funzioni anatomiche dei menischi sono essenzialmente quattro: la riduzione dello stress sull’articolazione del ginocchio, la stabilizzazione dell’articolazione del ginocchio, la limitazione funzionale del movimento di estensione e flessione del ginocchio e la lubrificazione dell’articolazione. Vediamo di esaminare una ad una, seppur molo superficialmente queste quattro importantissime funzioni.

Eziopatogenesi

Per ciò che riguarda le lesioni meniscali è possibile, per comodità, delineare due possibili tipi di quadri, il primo riguardante i soggetti “over 40” ed il secondo quelli sotto i 40 anni. Nel primo caso predominano condizioni di tipo degenerativo e quindi non riconducibili ad un evento traumatico. Nei soggetti al di sotto dei 40 anni, al contrario, le lesioni a carico del menisco si verificano normalmente negli sport di contatto, e sono normalmente causate da un impatto sul ginocchio in torsione, oppure da un’ extra rotazione del piede e della gamba rispetto al femore, nel caso del menisco mediale, e da un’ intrarotazione del piede e della gamba, per ciò che riguarda il menisco laterale. La lesione del menisco mediale risulta essere di circa 5 volte più frequente rispetto a quella del menisco laterale, questo è correlato al fatto che il menisco mediale è aderente al legamento collaterale mediale. Inoltre, occorre considerare che nella maggior parte dei casi i contrasti si verificano a livello del compartimento laterale del ginocchio, provocando in tal modo un’extrarotazione della tibia. Molte volte si può verificare una lesione del corno posteriore del menisco interno associata alla rottura del crociato anteriore. In questo caso è preferibile, se possibile, optare per una sutura del menisco piuttosto di una meniscectomia. Infatti è importante sottolineare il fatto che solo un menisco integro è in grado di preservare il ginocchio da una possibile artrosi, , mentre la ricostruzione del crociato anteriore, in assenza del menisco, non è in grado di prevenire il fenomeno artrosica.

Clinica e diagnosi

Nel caso di lesione del menisco mediale, durante od immediatamente dopo l’attività sportiva, l’atleta lamenta un dolore profondo in corrispondenza del compartimento mediale del ginocchio. Si possono verificare degli “incarceramenti” del frammento di menisco lesionato nell’articolazione, che causano dei blocchi, generalmente in estensione, dell’articolazione stessa. Può insorgere una sintomatologia dolorosa in corrispondenza della rima mediale nel corso di movimenti di iperflessione od iperestensione del ginocchio. La manovra di extrarotazione del piede e della gamba a ginocchio flesso a 90° evoca dolore. Inoltre è evidente una perdita di forza contrattile, unita ad ipotrofia, del quadricipite femorale.

Nel caso di lesione del menisco laterale, la sintomatologia dolorosa è localizzata a livello del versante articolare laterale. Si possono verificare, come nel caso di lesione del menisco mediale, dei blocchi articolari soprattutto in estensione. Segni patognomonici certi di una lesione del menisco laterale sono costituiti da:

  • Dolore alla palpazione sulla rima articolare laterale e dolore in corrispondenza della stessa durante i movimenti di iperestensione e iperflessione dell’articolazione del ginocchio.
  • Dolore durante l’intrarotazione del piede a ginocchio flesso.
  • Perdita di forza ed ipotrofia del quadricipite femorale.

Sia nel caso di lesione al menisco mediale, che a quello laterale, l’esame clinico trova conferma nella RM e nell’artroscopia.

Trattamento

Il trattamento chirurgico viene effettuato in artroscopia durante la quale viene effettuata la rimozione o la sutura della parte meniscale danneggiata. Il trattamento artroscopico, infatti, può prevedere, in funzione del tipo di lesione, una regolarizzazione, una meniscectomia selettiva, oppure una sutura meniscale.

Riabilitazione e ritorno dell’attività sportiva

Nel caso di una rimozione parziale di menisco effettuata in artroscopia (meniscectomia parziale artroscopica) , si può ritornare nella maggior parte dei casi all’attività sportiva nell’arco di 2 – 3 settimane dall’intervento, in casi particolari anche prima, soprattutto se i pazienti dimostrano un buon trofismo muscolare prima dell’intervento stesso.

Nella meniscectomia parziale il problema principale è costituito dal fatto che , diminuendo la superficie del menisco, aumenta contestualmente l’area di contatto tra femore e tibia, fattore che costituisce una causa predisponente ad una precoce usura delle cartilagini articolari. Nel caso di sutura meniscale, effettuata sia con fili, che con ancorette riassorbibili, il piano riabilitativo prevede lo scarico dell’arto per circa 4 settimane (il paziente è quindi costretto ad utilizzare per tale periodo due antibrachiali) allo scopo di permettere la cicatrizzazione del tessuto meniscale. Il ritorno all’attività sportiva è di norma possibile dopo circa 3-4 mesi.

Nel caso d’impianto di protesi meniscali, che è peraltro la metodica chirurgica più recente, il cui scopo è quello di permettere la rigenerazione di un neo-menisco, si evita il carico per un periodo di circa 6 settimane ed è possibile di norma ritornare all’attività sportiva dopo un periodo di 4-5 mesi dalla data dell’intervento.

Il trattamento chirurgico delle lesioni del menisco esterno deve essere considerato a parte, anche nel caso di una semplice meniscectomia selettiva infatti occorre evitare il carico per circa 4 settimane, allo scopo di prevenire l’idrarto (ossia il versamento articolare) ed il sovraccarico articolare, il ritorno all’impegno agonistico richiede non meno di 2 mesi dalla data dell’intervento.